Nuova direttiva sui residui PNRR

Cosa sono i residui PNRR e perché sono importanti?
Se il tuo ente ha beneficiato dei finanziamenti PNRR a somma forfettaria (lump sum), probabilmente ti sei trovato nella situazione di aver completato il progetto spendendo meno dell'importo ricevuto. Questi "avanzi" sono quelli che la direttiva definisce come residui PNRR: la differenza positiva tra l'importo del contributo ricevuto e gli importi effettivamente spesi per realizzare il progetto.
La buona notizia è che, una volta ottenuta l'asseverazione formale e sostanziale da parte del Dipartimento per la trasformazione digitale, questi fondi perdono tecnicamente il vincolo di destinazione. La direttiva, però, vuole orientarti verso un utilizzo strategico che massimizzi l'impatto degli investimenti già realizzati.
I cinque principi guida: opportunità e rischi
La direttiva individua cinque principi fondamentali che dovrebbero guidare la gestione delle risorse residue. Vediamoli insieme, con un'analisi pratica delle opportunità e dei rischi che ciascuno comporta.
1. Prudenza
Principio: Procedere all'utilizzo delle eventuali eccedenze solo dopo aver concluso il progetto finanziato e aver ricevuto esito positivo all'asseverazione tecnica e formale.
Opportunità: L'applicazione di questo principio offre agli enti una maggiore certezza nella pianificazione finanziaria, riducendo significativamente il rischio di dover restituire fondi già impegnati in caso di valutazione negativa del progetto. Inoltre, consente di valutare con calma e strategicamente le priorità di investimento delle risorse residue, potendo basare le decisioni su un quadro completo e definitivo.
Rischi: Adottare un approccio eccessivamente prudenziale potrebbe comportare ritardi nell'utilizzo delle risorse residue, compromettendo la tempestività degli interventi complementari che potrebbero essere necessari per massimizzare l'efficacia dei progetti principali. Esiste inoltre il rischio di perdere l'opportunità di integrare immediatamente i progetti in corso con risorse aggiuntive, nonché di immobilizzare risorse preziose a fronte di potenziali lunghi tempi di asseverazione da parte del Dipartimento. Tuttavia, considerando che per molti avvisi i fondi sono già stati erogati, questo rischio si riduce drasticamente.
2. Massimizzazione degli impatti dei finanziamenti
Principio: Destinare le risorse residue ai capitoli di bilancio relativi alla digitalizzazione dell'ente, rafforzando la portata degli avvisi stessi o garantendo maggiore sostenibilità agli interventi.
Opportunità: Questo principio consente un significativo rafforzamento dell'efficacia degli interventi già realizzati, favorendo la creazione di sinergie tra diversi progetti di digitalizzazione. Gli enti hanno così l'occasione di completare aspetti non pienamente sviluppati nei progetti originari e di implementare aggiornamenti tecnologici necessari che potrebbero non essere stati previsti inizialmente, migliorando così la qualità complessiva dell'infrastruttura digitale.
Rischi: Il principale rischio associato a questo principio è la possibile dispersione delle risorse su troppi micro-interventi senza generare un impatto realmente significativo. Si potrebbe inoltre verificare una sovrapposizione con altri finanziamenti già previsti per l'ICT, creando ridondanze e inefficienze. Gli enti potrebbero incontrare difficoltà nel misurare l'effettivo impatto aggiuntivo generato dai fondi residui e, in assenza di una pianificazione adeguata, potrebbero utilizzare le risorse in modo non strategico, senza una visione d'insieme coerente della trasformazione digitale dell'ente.
3. Sostenibilità degli interventi
Principio: Destinare almeno parte delle risorse residue a progetti formativi per il personale, garantendo il pieno utilizzo delle soluzioni tecnologiche implementate.
Opportunità: Investire parte dei residui in formazione rappresenta un'opportunità fondamentale per valorizzare il capitale umano dell'ente, garantendo l'effettivo e pieno utilizzo delle soluzioni tecnologiche implementate. Questo approccio consente di creare competenze interne solide che riducono la dipendenza da fornitori esterni, con conseguenti risparmi nel lungo periodo. Inoltre, la formazione gioca un ruolo cruciale nel promuovere un cambiamento culturale verso la digitalizzazione, favorendo l'accettazione e l'adozione delle nuove tecnologie da parte del personale.
Rischi: Il successo degli investimenti formativi può essere compromesso se la formazione non viene adeguatamente progettata o risulta troppo generica, non rispondendo alle reali esigenze operative del personale. Un rischio significativo è rappresentato dal potenziale turnover del personale formato, che comporterebbe una perdita dell'investimento effettuato. Non va sottovalutata inoltre la possibile resistenza al cambiamento da parte dei dipendenti, che potrebbe vanificare gli sforzi formativi se non adeguatamente gestita.
4. Comunicazione, pubblicità e trasparenza
Principio: Destinare almeno parte delle risorse residue alla comunicazione degli interventi realizzati, per favorire la piena fruizione da parte di cittadini e imprese.
Opportunità: Una comunicazione efficace degli interventi realizzati può favorire una maggiore adozione dei servizi digitali implementati, migliorando la percezione della PA come entità innovativa. La comunicazione dei risultati consente inoltre la condivisione di best practice con altre amministrazioni e rafforza la trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici. Considerato che per ogni avviso della Misura 1 Componente 1 c'è almeno un obiettivo nel piano triennale per l'informatica, il mio suggerimento è di allineare il piano con le attività, magari creando una sezione dedicata sul sito istituzionale dell'ente, come richiesto dall'allegato n. 4 — Indicazioni per la trasparenza delle misure del PNRR.
Rischi: Gli investimenti in comunicazione potrebbero risultare non efficaci o non sufficientemente mirati se non progettati con attenzione. Un rischio concreto è quello di creare una sproporzione tra le risorse destinate alla comunicazione e quelle effettivamente investite nei servizi stessi, generando aspettative che non corrispondono alla realtà dei servizi offerti. La comunicazione potrebbe inoltre non essere adeguatamente coordinata con altre iniziative dell'ente, creando messaggi frammentati o contraddittori.
5. Integrazione con altri interventi e fondi
Principio: Destinare le risorse residue significative all'integrazione di altri interventi con le stesse finalità, sostenuti con fondi europei, nazionali e regionali.
Opportunità: L'integrazione dei residui PNRR con altri fondi rappresenta un'opportunità strategica per creare importanti sinergie tra diverse fonti di finanziamento, generando un effetto moltiplicatore delle risorse disponibili che può amplificare significativamente l'impatto degli interventi. Questo approccio favorisce una maggiore coerenza degli interventi di digitalizzazione, inserendoli in un quadro strategico unitario, e offre la possibilità di affrontare progetti più ambiziosi e complessi che sarebbero difficilmente realizzabili con fondi separati.
Rischi: L'integrazione di fondi provenienti da diverse fonti comporta inevitabilmente una maggiore complessità gestionale, dovuta alla necessità di rispettare regole e procedure potenzialmente diverse. Possono emergere potenziali conflitti tra i requisiti di rendicontazione di diversi programmi, aumentando il carico amministrativo per gli enti. Senza un adeguato coordinamento, esiste inoltre il rischio concreto di duplicazione degli interventi, con conseguente spreco di risorse.
Come gestire strategicamente i residui PNRR: il mio consiglio
Sulla base della mia esperienza diretta, ecco i miei suggerimenti pratici per massimizzare l'impatto dei residui PNRR:
- Fai un'analisi dei gap: prima di decidere come utilizzare i residui, valuta obiettivamente quali sono i punti deboli del tuo percorso di digitalizzazione.
Dove sono le lacune più evidenti?
Quali servizi potrebbero essere migliorati con risorse aggiuntive? - Punta sulla formazione continua: investi in percorsi formativi personalizzati che vadano oltre la semplice "alfabetizzazione digitale" e si concentrino sull'utilizzo avanzato degli strumenti implementati.
- Crea una community interna: identifica e supporta "champion" del digitale all'interno dell'ente, persone motivate che possano fungere da punto di riferimento per i colleghi e promotori del cambiamento.
- Misura l'impatto: definisci KPI chiari per valutare l'efficacia degli investimenti aggiuntivi. Non limitarti a metriche tecniche, ma considera anche indicatori di adozione e soddisfazione degli utenti.
- Pensa alla sostenibilità: progetta gli interventi in modo che possano auto-sostenersi anche dopo l'esaurimento dei fondi residui, evitando di creare dipendenze da risorse temporanee.
Il monitoraggio dell'implementazione
La direttiva prevede che il monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività connesse alla sua attuazione sia affidato al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il Transformation Office.
Questo aspetto è particolarmente rilevante perché consente di verificare l'effettiva applicazione dei principi guida da parte degli enti, raccogliere dati sull'utilizzo dei residui per valutare l'impatto complessivo, identificare best practice da condividere con altri Soggetti attuatori e fornire supporto agli enti che incontrano difficoltà nell'implementazione.
Il Transformation Office, costituito da team territoriali dislocati in tutto il Paese, rappresenta uno strumento innovativo di accompagnamento per i Soggetti attuatori, in linea con l'approccio semplificato e supportivo che caratterizza l'intera strategia PA digitale 2026.
Implicazioni per le strategie di digitalizzazione
La direttiva sui residui PNRR si inserisce in un quadro più ampio di trasformazione digitale della PA italiana, che include il Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2024-2026 (approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2024 e aggiornato il 23 gennaio di quest'anno), le previsioni della Missione 1, Componente 1 del PNRR, e l'Agenda digitale italiana.
In questo contesto, la gestione intelligente dei residui rappresenta un'opportunità per gli enti di completare e consolidare il proprio percorso di digitalizzazione, superando la logica del singolo progetto per adottare un approccio più sistemico e strategico.
L'innovazione principale introdotta dalla direttiva consiste proprio nel suggerire agli enti di considerare i residui non come risorse da utilizzare in modo discrezionale, ma come un'opportunità per massimizzare l'impatto degli investimenti già realizzati, in coerenza con gli obiettivi strategici della trasformazione digitale.
Conclusione: trasforma i residui in opportunità
I residui PNRR rappresentano un'opportunità preziosa per consolidare e amplificare l'impatto dei progetti di digitalizzazione già avviati. L'approccio suggerito dalla direttiva, con i suoi cinque principi guida, fornisce un framework utile per orientare le scelte strategiche del tuo ente.
La mia esperienza mi dice che il vero valore non sta tanto nell'implementare nuove tecnologie, quanto nel far sì che quelle già adottate vengano pienamente utilizzate e integrate nei processi quotidiani dell'ente.
I residui PNRR possono essere il carburante che serve per passare dalla fase di "implementazione tecnica" a quella di vera "trasformazione digitale", dove la tecnologia diventa uno strumento quotidiano al servizio dei cittadini e dell'efficienza amministrativa.
La sfida per i Soggetti attuatori è ora quella di cogliere questa opportunità, utilizzando i residui in modo strategico per completare il proprio percorso di digitalizzazione e massimizzare il ritorno dell'investimento per la collettività.
Se hai bisogno di supporto nella gestione strategica dei residui PNRR, o vuoi approfondire le opportunità specifiche per il tuo ente, non esitare a contattarmi. Insieme possiamo trasformare questi fondi in un motore di reale innovazione.